"Maps" , 2016 - Ongoing Project. Select for Here 2018 - Cavallerizza Reale, Torino.
"Maps" è un lavoro in cui documento una mia "installazione” realizzata rivestendo abitazioni in cui ho abitato con centinaia di cartine geografiche.
Gli scatti sono l’unica traccia che rimane di questi interventi temporanei.
"Maps è un dialogo costante tra interno ed esterno, tra la minuzia delle strade -quasi invisibili- che ripercorrono distanze immense e le mura imponenti che non lasciano trasparire la loro finitezza. Le cartine sono il simbolo di un fuori sapientemente racchiuso in un dentro, il tentativo di circoscrivere su un piano chiuso l'immenso. Sono l'immagine stessa della mente umana, il desiderio di esplorazione che va oltre la nostra finitezza che ci costringe a rinchiudere, immagazzinare e rimpicciolire fino al renderle illeggibili, le mappe dell'esistenza.
Tutto quello che abbiamo è uno spazio con delle aperture che lasciano libera l'immaginazione. Una stanza che si apre su altre e che, potenzialmente, lo potrebbe fare all'infinito, ripercorrendo la struttura delirante di una cartina che conserva in sé la sua natura utile, ormai dismessa e frutto di una scienza antica, orgogliosamente umana. Ha il sapore nostalgico delle partenze, il timore di perdersi, la gioia che si prova nel raggiungere una meta, rappresenta le rotte, gli ideali e le aspirazioni, la fatica e l'inquietudine.
Maps è un lavoro potente, terribilmente romantico, profondamente umano."
Valentina Sorbara
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"Maps" is a work in which I document my "installation" made by covering homes where I lived with hundreds of maps. The shots are the only trace that remains of these temporary interventions.
"Maps is a flowing dialogue between inner and outer space, between the almost invisible details of the all-encompassing roads and the awe-inspiring walls that do not let their finiteness come through.
"Maps" is the symbol of an outer space skillfully enclosed within an inner one, the attempt to contain the immense within a closed space. It is the representation of that same human mind and its desire of exploration that goes beyond its physical boundaries and forces us to enclose, store and shrink to the illegible the maps of our existence.
All that we are left with is a closed space with openings that set our imagination free. A room that opens itself to more rooms and that, potentially, could do so forever, retracing the nonsensical structure of a map that preserves within itself its useful nature -- today neglected -- and a fruit of ancient and proudly human science. It has the nostalgic flavor of departures, the fear of getting lost, the joy of reaching a goal, it represents the ideals and aspirations, the fatigue and the anxious angst.
Maps is a powerful work, terribly romantic and deeply human."